“S’agilanti” : sorvegliava
gli argini e il greto dei fiumi “Su barracellu”: era la guardia
giurata campestre;
“Su castiadori”:
sorvegliava i campi di fave, le vigne,gli oliveti e le aie;
“Su bandidori”: girava
per le vie del paese divulgando le ordinanze del sindaco o più
semplicemente informando la popolazione sulle merci che si potevano comprare
in piazza. “Su lianueri”: lo
stagnino, aggiustava gli oggetti di uso domestico;
“S’acuzza ferru”:
affilava coltelli, forbici e arnesi da lavoro;
“Su ferreri”: lavorava
con la fornace e il mantice;
“S’acconcia cossius e
sciveddas”: riparava gli utensili domestici in terracotta e gli ombrelli
“is
paraquas”;
“S’aquadori”: irrigava
gli orti; "Su maistu 'e carru":
era l'artigiano che costruiva i carri trainati dagli animali (buoi, asini
e cavalli), gioghi "ginalis", timoni d'aratro "aguris" aratri
a chiodo "araus de linna", scale a pioli "scalas de linna".
"Su sedderi": il
sellaio che produceva selle e ornamenti (is finimentus) per cavalli
e asini, e corregge di cuoio (is lorus) per guidare i buoi aggiogati.
Da Selargius venivano alcune
venditrici che recavano sul capo “is pobineddas”, ampie ceste circolari,
con i bordi bassi, realizzate in fieno e contenenti carne di maiale, salciccie
e altro. Per richiamare l'attenzione erano solite gridare: “Bella mustela
'e porcu”
.
1951: L'asino gira la ruota
per la raccolta dell'acqua
necessaria per l'irrigazione dei giardini
|
Anni 40: la pigiatura
dell'uva
Da Isili venivano i ramai,
che vendevano “is craddaxius” ossia recipienti in rame e altri attrezzi
da cucina come per esempio "sa cupa”, cioè il braciere. La
tipica frase usata per pubblicizzare i prodotti era: “Arràmini
nou, po su becciu” (lett.rame nuovo in cambio del vecchio).
Dalla Barbagia provenivano
i mercanti di castagne che recavano anche oggetti d’uso domestico come
mestoli, taglieri, e altro. Al loro passaggio si poteva udire: “Eh!
Turras e talleris e palias de forru…e culleras”(lett.Eh! Mestoli
e taglieri e pale da forno...e cucchiai);
“S’indovinellu”:
un pover uomo girava per le strade del paese con una carretta, un
pappagallo e dei foglietti colorati contenuti in un cassettino. Era l’oroscopo
di quei tempi: dietro compenso, il pappagallo ammaestrato afferrava col
becco uno dei foglietti sul quale erano scritti i numeri del Lotto e alcune
indicazioni sul futuro della persona. "Su bottaju":
era
colui che costruiva e riparava le botti destinate a contenere il vino che
quasi tutte le famiglie producevano in casa.
|