San Sperate: storia di un martire

Dalla dominazione vandalica
ai giorni nostri


Il 17 luglio dell’anno 180 d.C., sotto l’impero di Comodo, furono fatti decapitare, dai Consoli di Cartagine, Presente e Condiano, 12 cristiani della città di Scillum, una città situata con tutta probabilità nei pressi di Cartagine; questi martiri presero così il nome di  Scillitani
Le fonti storiche  a noi pervenute, affermano che Speratus, era la loro guida spirituale .
Il culto di questi martiri  si diffuse, ben presto, in tutta l’Africa settentrionale e in molti altri paesi europei come la Francia, la Spagna e l' Italia
La narrazione del loro martirio è arrivata fino a noi per mezzo degli atti proconsolari, relazioni d’ufficio fatte redigere dai proconsoli.
 
 

Dagli Atti dei Martiri scillitani


"Il Proconsole Saturnino disse:
Voi potete ottenere la grazia dall’imperatore, 
nostro Signore, se tornerete a ragionevoli consigli.
Sperato disse: Noi non abbiamo mai fatto nulla 
di male e non abbiamo mai contribuito ad opera alcuna di iniquità; non abbiamo mai detto male, 
ma, pur maltrattati, abbiamo rese grazie; con ciò 
noi onoriamo il nostro imperatore.
Il proconsole Saturnino disse: Anche noi siamo religiosi e la nostra religione è semplice; noi 
giuriamo per il genio dell’imperatore e preghiamo 
per la sua salute; il che anche voi dovete fare.
Sperato disse: Se vorrai ascoltarmi con animo tranquillo, ti spiegherò che cosa profondamente
significa la parola “semplicità”.
Il proconsole Saturnino disse: Non ti ascolterò, perché so che ti accingi a sparlare della nostra religione. Giura piuttosto per il genio dell’imperatore, nostro Signore.
Sperato disse: Io non riconosco una divina 
autorità a uomini di questo mondo, ma invece mi sento uddito di quel Dio, che nessuno degli uomini vide mai, né può vedere con questi occhi;  


Chiesa parrocchiale: statua di San Sperate, sull'altare centrale. 




 non ho mai rubato, se qualcosa compro, pago la mia tassa; questo perché 
conosco il mio Signore, re dei re e imperatore di tutte le genti.
Il proconsole Saturnino disse rivolto agli altri: Non lasciatevi persuadere da questa propaganda.
Disse Sperato: E’ malvagia la propaganda che spinge a far omicidio e a dire falsa testimonianza.
Il proconsole disse: Non fatevi partecipi di questa follia.
Cittino disse: Non temiamo nessun altro, se non il Signore Dio nostro, che è nei cieli. 
Donata disse: Noi onoriamo Cesare in quanto Cesare, ma temiamo soltanto Dio.
Vestia disse: Io sono cristiana.
Seconda disse: Io voglio rimanere ciò che sono.
Il proconsole Saturnino allora disse a Sperato: Persisti nel professarti cristiano?
Sperato disse: Christianus sum!"